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IL CIRCOLO LETTERARIO ANASTASIANO CONTINUA SU:

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TACCUINO ANASTASIANO

30 aprile 2012

Incontro-presentazione al BAD Museum di Casandrino


E' previsto per giovedì 3 maggio, alle ore 18.30, un "incontro-presentazione" al BAD Museum di Casandrino, dedicato alla mostra "Anatomie edilizie" di Emilio Schiavoni, alla presentazione del libro "Tre volte 10" di Davide Morganti ed alla lettura di poesie di Gaetano Calabrese. Presenta Antonio D'Agostino ed interviene il critico Gerardo Pedicini.
Emilio Schiavoni con “Anatomie edilizie” continua il discorso iniziato con le precedenti mostre. Laddove prima il discorso era incentrato sugli effetti e sullo stato della emarginazione delle nostre periferie, ora l’interesse è diretto ad analizzarne la fonte. Da qui spettrali parallelepipedi che si ergono in un astratto cielo dorato, buchi neri come fameliche caverne, ombre incassate nei muri. È un paesaggio senza anima, ottenuto dalla combustione delle paste acriliche che rende ancor più angosciante la visione. Un grido di allarme che non lascia scampo.
Si tratta di tecniche miste su pannelli di legno e, più precisamente, la combinazione e combustione di paste acriliche, foglia d’oro o d’argento ma anche comune carta per rivestimento alimenti (domo pack), smalti e malta pomice. Il tentativo è quello di risemantizzare una visione urbana o suburbana cercando di riattivarne nuove possibilità
Nel libro di Davide Morganti, Tre volte 10, editore "Ad est dell’equatore", il protagonista dei 4 racconti è Diego Armando Maradona. Non el Pibe de Oro che vive nel ricordo dei tifosi. L’autore gli fa vivere un crescendo di paradossali situazioni portate all’estremo della sua sapienza calcistica. Con sapienza e sottigliezza di argomentazioni, il linguaggio attento e misurato, non privo di ironia, del collaboratore della pagina culturale de  Il Mattino, riesce a tracciare un ritratto inusuale dell’artista del pallone, ancor più vero di quello reale.
Chiude la serata il poeta errante dell’Irpinia, Gaetano Calabrese, con la lettura di alcune sue poesie.

29 aprile 2012

"Uno stupore quieto", il nuovo libro di Mario Fresa


La poesia va oltre la poesia, supera coraggiosamente barriere e istituzioni lessicali e formali per guadagnare la libertà completa degli spazi e dei tempi, in modo tale che rimane nell'immediato pur invadendo l'eternità, rimane in questa stanza di lettura, pur sfuggendo oltre i confini della casa e della città: è percebibile qui ed ora, ma è anche viva, sempre viva, ieri o domani, su questa scrivania come sul tavolo da studio del condòmino del terzo piano. E' questa la sensazione intima e rassicurante che si prova, che ho provato, leggendo "Uno stupore quieto", ultima prova letteraria di Mario Fresa, con una approfondita prefazione di Maurizio Cucchi.
Il titolo del libro sembra già indicare uno strappo alla regola, essendo quasi un ossimoro: Uno stupore quieto, dove lo stupore, in genere, si accompagna alla meraviglia e viene, non dico urlato al mondo, ma perlomeno manifestato con dovizia di sentimentalismo e di compartecipazione. Invece qui lo stupore è "quieto", come dire: contenuto, composto, controllato, rimuginato e lavorato intimamente, per cercarvi un senso, una ragione, una traccia psicologica e forse anche umana, in un universo che si dispiega sotto i nostri occhi in tutta la sua apparente superficialità e ovvietà: nei comportamenti umani come nelle situazioni stesse che le determinano.
Il discorso poetico di Fresa, in quest'ambito, potrebbe sembrare minimalista, o per certi versi aderente persino alle correnti del crepuscolarismo gozzaniano per il tono alquanto silenzioso e dimesso, confidenziale, che si riverbera nella sua scrittura; ma questo è soltanto un accostamento fuggevole, secondo me, causato dal sapore della lettura dei suoi versi, che immancabilmente in un lettore attento suscitano anche improvvisi riferimenti a precedenti o attuali filoni e indirizzi poetici di una certa rilevanza. Naturalmente il progetto poetico di Mario Fresa in questo libro, come anche nei precedenti, è tutto suo e originalmente creato: vi è senza alcun dubbio l'impronta di una penna esperta, che tenta con successo nuovi cammini che ampliano certamente gli orizzonti poetici del nostro panorama attuale. Ed è un progetto ben saldo, che si fonda su contenuti e stili nuovi, di particolare valenza letteraria. Tutto ciò è anche bene evidenziato nella attenta prefazione di Maurizio Cucchi, il quale, tra l'altro, afferma che "in tempi in cui domina una certa indifferenza verso possibili nuove soluzioni formali, in tempi in cui prevale un certo quieto qualunquismo stilistico, la voce di Mario Fresa risulta decisamente in controtendenza attiva".
Il libro annuncia subito una novità, fin dai primi righi, perchè il lettore si trova di fronte ad uno spiazzamento improvviso, inaspettato, laddove si aspetta il susseguirsi di versi più o meno fluenti, di tipo più o meno canonici, al centro del foglio, si trova invece di fronte un corpo poetico compatto, che quasi chiede di esorbitare dalla pagina, di matrice quasi narrativa. E' così per tutto il percorso del libro, da "Storia di G.", a "Romanzi". Ma la prima impressione del lettore è ingannevole, perchè pur presentandosi in veste quasi narrativa, la scrittura di Mario Fresa è squisitamente poetica, come dicevo, nell'affrontare il contenuto, il significante, e nel tono e nella forma. Una poesia che dà "uno stupore quieto", i cui riferimenti interni costituiscono, appunto, un tutt'uno con lo stesso titolo del libro e quindi col progetto scritturale di Fresa.
Addentrandoci progressivamente nelle pagine e cominciando, subito dopo quel certo "spiazzamento iniziale, ad apprezzare piacevolmente il dettato poetico di Mario Fresa, fin dai primi versi, notiamo dunque il delinearsi di un discorso che segue filoni diversi, però in modo parallelo e contemporaneo, basati su storie, e storie dentro storie, che l'arguzia e a volte l'ironia sottile del nostro autore tendono piacevolmente a vivificare, ad esaltare, situazioni e stati d'animo covati, celati, imprigionati, non detti razionalmente.
Sebbene suddivisi in capitoli (Storia di G., Titania, Una violenta fedeltà, Romanzi), i singoli brani, liberi da intitolazioni che avrebbero potuto focalizzare e "inquadrare" eccessivamente il delicato discorso di Fresa, impegnato a realizzare un unico corpo poetico, appaiono comunque parte necessaria alla costruzione dell'intero percorso lirico. E' in effetti un libro che va letto, interpretato e assaporato fino in fondo, dal primo all'ultimo verso, per vederne il senso complessivo e compiuto, pur vivendo ciascun brano di luce e sottosenso proprio. Il filo logico, anzi poetico, emotivo e sensazionale che lega il tutto è da cercarsi negli episodi minimi, sfaccettati, lampi di umanità e stati d'animo, descritti con un linguaggio piano, ben cadenzato, con punteggiatura eloquente, e giusta misura del verso, anche quando l'andamento poetico si trasforma in andamento più strettamente narrativo, come nel capitolo "Convalescenza".
Per concludere, direi che non si può non essere d'accordo con Maurizio Cucchi quando afferma che, con questo libro, Mario Fresa ha dato il meglio del suo lavoro poetico prodotto fino ad oggi, dimostrando che la poesia è sempre una strada in salita, perchè le vette raggiunte non soddisfano mai e si cerca sempre un nuovo, più gratificante orizzonte, magari anche diverso, ma sempre più ricco di quelle esperienze umane e poetiche che fanno di un poeta un vero ricercatore di verità.
E mario Fresa è senza alcun dubbio su questa strada.

Mario Fresa, "Uno stupore quieto", La collana Stampa2009, Azzate (Va), 2012. Prefazione di Maurizio Cucchi.

Giuseppe Vetromile
29/4/12

28 aprile 2012

L'incontro di poesia per il Primo Maggio Nolano

E' stato un vero successo l'incontro di poesia curato dal Circolo Letterario Anastasiano di Giuseppe Vetromile, nell'ambito delle manifestazioni per il Primo Maggio Nolano organizzato da Salvatore Velardi, responsabile della CGIL Zona Metropolitana di Nola. Nella Villa Comunale di Nola, dove si sono svolti gli incontri in programma, dinanzi ad un pubblico attento e numeroso, si sono alternati, nel pomeriggio di oggi sabato 28 aprile, i Poeti: Agostina Spagnuolo da Capriglia Irpina (Avellino), Flavia Balsamo da Napoli, Vincenzo Cerasuolo da Marigliano, Raffaele Urraro da San Giuseppe Vesuviano e lo stesso Giuseppe Vetromile. Le liriche lette, applauditissime, si riferivano tutte ad argomenti legati al mondo del lavoro e sulle problematiche sociali, nello spirito delle manifestazioni.
Per visionare tutte le fotografie:
https://skydrive.live.com/redir.aspx?cid=907e040d90abf0e5&resid=907E040D90ABF0E5!2023&parid=root

24 aprile 2012

Nuova presentazione di "Ritratti in lavorazione" di Giuseppe Vetromile

Sarà presentato sabato 5 maggio 2012, presso il Centro Sociale "Samantha Della Porta" in Via Morelli e Silvati, Avellino, il libro di Giuseppe Vetromile "Ritratti in lavorazione", poesie del disincanto e del salario, Edizioni del Calatino.
La presentazione è a cura dell'Associazione LOGOPEA ed è inserita nell'ambito degli incontri "Equilibri" Ciclo 3.
Alla presentazione interverranno: Gianluca Gaeta, presidente del Centro Sociale Samantha Della Porta; la scrittrice e poetessa Monia Gaita, lo scrittore e critico Raffaele Urraro.
Moderatore sarà il poeta e critico Armando Saveriano.
L'interpretazione di alcuni brani tratti dal libro sarà affidata a Tiziana Correale, Costantino Pacilio e Saverio Russo.


Poeta di scintillante maturità lessicale, maestro di capacità evocative anche quando trascende il lirismo formale, Vetromile estrude in questo libro tutta la sua sofferta vitalità, fra episodi di quotidiana fibrillazione di un senso tallonato e sfuggente, e ricordi che provano a risarcire il presente pur nel pessimismo che si fa strada fra gli scombussolamenti dell'animo provato, pur tuttavia sensibile all’incantesimo della malinconia.

Giuseppe Vetromile, ex impiegato della Fiat di Pomigliano d’Arco, nato a Napoli ma residente in provincia, a Sant’Anastasia, è prolifico poeta e scrittore, vincitore di numerosi concorsi letterari nazionali. Collabora a giornali e riviste culturali, per le quali cura recensioni e profili critici.

La Direzione Artistica è di Giovanni Vesta

Fonte: http://logopea.files.wordpress.com/2012/04/equilibri-3.pdf

22 aprile 2012

Geo Vasile a "Una Piazza per la Poesia"


Il prossimo 2 maggio, alle ore 18.00, presso la Libreria TREVES di Piazza del Plebiscito a Napoli, nell'ambito delle manifestazioni “Una piazza  per la poesia”, ci sarà un incontro con GEO VASILE, che parlerà di VIRGIL MAZILESCU (1942-1984): "Ho inventato la poesia e non ho più cuore". 
MARIO LUZI OVVERO ANELITO DI UN'EPICA SALVEZZA: letture parallele di testi poetici tratti dall'antologia Conoscenza per ardore, 2010, curata da Geo Vasile.
ENZO REGA: Indice dei luoghi , letture italo-romene.

Modera: Bruno Galluccio. Introduce: Enzo Rega. Letture di Alessandra Troiano.

Geo Vasile, di Bucarest (Romania), italianista, critico letterario, autore di quindici libri  originali (saggi, prosa, poesia) ha tradotto in romeno numerosi scrittori italiani, come Italo Calvino, Umberto Eco, Mario Luzi ecc.; in italiano ha tradotto vari poeti del suo paese.


19 aprile 2012

Ieva Židonytė alla Casa delle Arti di Succivo

L'artista lituana Ieva Židonytė presenta le sue opere presso la Casa delle Arti di Succivo. La mostra è a cura del noto scrittore, poeta e critico napoletano Gerardo Pedicini. Qui di seguito trascriviamo quanto riportato sul pieghevole relativo alla mostra.

La provincia non smette mai di sorprendere. Dopo gli incontri del BAD di Casandrino, è la volta della Casa delle Arti che ospita la personale dell’artista Ieva Židonytė, promossa dall’Assessore alle politiche sociali del Comune di Succivo. Nei lavori della giovane artista lituana sono presenti le infinite variazioni e mutamenti che avvengono nel paesaggio lituano, a volte anche nell’arco di una giornata. È la storia di un racconto per immagini, percorso da continue e contrastanti emozioni. Ognuna è la viva testimonianza di un momento, di un attimo che ha inizio con il prelievo di piccoli tasselli della realtà, estrapolati dal perenne ecosistema di erbe, piante e acque delle origini che, portati a dimensione 40x40, costituiscono la tela unitaria delle intense suggestioni visive, di chiara ascendenza informale. Scaturiscono da un gesto ampio, intenso, vivo in cui un addensarsi e sovrapporsi di colori si muove tra colature, ingorghi, dense stesure e trasparenze cromatiche. Corposi grigi, verdi marcescenti, fangosi bianchi, punteggiature di gialli e di rossi, opalescenti azzurri, neri profondi e blu notte si aprono ai mutevoli giochi delle sensazioni e alle infinite corrispondenze della baudelairana foresta di simboli, qui de loin se confondent / dans une ténébreuse et profonde unité / vaste comme la nuit et comme la clarté, consentendoci di penetrare nei recessi segreti della Natura lituana. Di fatto, in Erba primaverile, Canneto, Campi di colza, Cereali, Prato d’autunno, Tempesta sul prato, Notte nella foresta, Notte nella palude, Campo invernale, Sorbo d’inverno, Chiaro di luna, si assiste al dispiegamento intensamente evocativo del paesaggio che, per alcuni aspetti, ricorda l’andamento e il ritmo compulsivo dei poemi sinfonici di M. K. Čiurlionis, soprattutto di Miške (Nel bosco) e di Jūra (Il mare). Nei lavori di Ieva Židonytė infatti è possibile rinvenire negli insistenti passaggi dalle tonalità opache all’intensità dei timbri coloristici, l’atmosfera del terriorio lituano come diretta testimonianza di un popolo costretto a vivere in mezzo ai rigori di un’umbratile terra piovosa (non a caso l’etimo di Lietuva, cioè Lituania, discende da lietus che significa pioggia). Acqua e terra sono entrambe fonte inesauribile della loro condizione umana e sociale; matrice e come stimmung della loro identità naturale e culturale. Ognuna, di per sé, declina le radici del pensiero poetante, la liberazione dal tempo della precarietà e della storia come unica salvezza possibile “dall’oblio, dalla dimenticanza, dall’abisso su cui pende la nostra epoca”. Sono, dunque, insieme metafora lustrale e dimora dell’essere e, pertanto, indicano la consapevolezza di “una ragione interiore in cui, ogni cosa si colloca al di là del numerabile e del calcolabile, e in cui ogni cosa affiorante da questo limite, può traboccare nell’illimitato tutto, nell’aperto” (Heidegger), porsi cioè come emblema de “l’inizialità di un nuovo inizio”, come punto di convergenza da oltrepassare per andare alla ricerca della dif-ferenza in cui mondo e cose nella semplicità della loro intimità ritornano a essere se stesse per riprendere il cammino verso il futuro: un cammino irto di difficoltà, ma da percorrere in piena libertà con la certezza di non avere più gli impacci del recente passato.

Gerardo Pedicini

15 aprile 2012

Una nuova rivista letteraria: LEVANIA

Nel degrado sociale e generalmente diffuso in tutti gli ambiti, con i tagli alla cultura operati a più riprese da un'amministrazione obnubilante e di corte vedute, la nascita di un "fiore" letterario è sempre un evento di eccezionale valore, un esempio da additare al popolo, quello buono e sano che ancora segue, ama e pratica la lettura approfondita, per scoprire e riscoprire nuove emozioni e per alimentare il senso critico e il senso estetico, oggi forse troppo spesso opacizzato dai mass-media e dal qualunquismo imperante. Una rivista letteraria nuova è pur sempre un atto di coraggio, da parte di chi l'ha ideata e progettata, e da parte di chi la vorrà sostenere, redattori compresi. Un atto di coraggio perchè si va, purtroppo, contro corrente, nel senso che la massa (non il popolo, che ha un'anima!) ama forse di più il fotoromanzo o il grande fratello, e quindi sarà utopica la rinascita del vero uomo. Ma noi ci crediamo, e combatteremo per questa idea, per questa nuova rivista, che si annuncia molto precisa, di qualità, seria, e che dà e darà voce non solo ai buoni poeti contemporanei, ma anche a tutti coloro che si occupano di cultura a largo raggio: filosofi, scienziati, critici, saggisti. Ecco qui di seguito il comunicato stampa che ne annuncia l'uscita.

Una nuova rivista nasce oggi a Napoli, e in Campania: un semestrale agile, che accoglie esempi di quanto si va scrivendo in Italia e in altri Paesi, senza trascurare la buona poesia che c’è in aree e in ambienti sfavoriti dall’assenza dell’editoria maggiore, e anche di quella media. In ossequio alla migliore tradizione novecentesca, che ha visto farsi sempre più intensi il confronto e l’interferenza tra linguaggi diversi, presentiamo, inoltre, il lavoro di artisti, scelti di preferenza tra quelli impegnati nella ricerca della comune origine segnica di figure e parole, e tra quelli che hanno avvertito l’esigenza di includere la parola, se non il testo poetico, nelle immagini che producono. Nella convinzione, infine, che pensare la poesia costituisca un’attività critica ed una forma di resistenza all’insensatezza, la redazione sarà attenta alle intersezioni della poesia con le discipline scientifiche e con la filosofia, presentando, dal prossimo numero, contributi teorici e saggistici.
La rivista si chiama Levania in omaggio a Sergio Solmi, che così intitolò, negli anni ’50, un’esile raccolta ispirata a un librino del Seicento, il Somnium, seu Opus de astronomia lunari, opera oscuramente utopica di Johannes Kepler.


Direttore responsabile: Eugenio Lucrezi
Comitato di redazione: Marco De Gemmis, Mario Fresa, Bruno Galluccio, Eugenio Lucrezi, Paola Nasti, Marisa Papa Ruggiero, Ugo Piscopo
Direzione e redazione: vico Latilla 18, 80134 Napoli
levaniapoesia@gmail.com

Edizioni La Città del Sole, Napoli
www.lacittadelsole.net
info@lacittadelsole.net

La rivista sarà presentata venerdì 20 aprile alle ore 17.30, presso la Libreria Guida a Port'Alba, Napoli. Saranno presenti, con l'Editore Sergio Manes, i redattori Marco De Gemmis, Mario Fresa, Bruno Galluccio, Eugenio Lucrezi, Paola Nasti, Marisa Papa Ruggiero, Ugo Piscopo. Letture a cura di Lucia Stefanelli.


Le Foto de "La Rocciapoesia 3"

Le foto dell'incontro de "La Rocciapoesia 2", a Pratella, il 27 ottobre 2012

Le foto dell'evento "Una poesia fuori dal comune". Sant'Anastasia, 23 settembre 2012

Una poesia fuori dal comune, Sant0Anastasia, 23 settembre 2012

PUNTO, Almanacco della Poesia italiana

PUNTO SCHEDA

ARCARTE - IL VIAGGIO DELLA CREATIVITA'

Si è svolto il 30 novembre scorso, alle ore 17, presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Palazzo Serra di Cassano in Via Monte di Dio 14, Napoli, il Convegno di studi e reading di poesia "ARCARTE - IL VIAGGIO DELLA CREATIVITA'".
All'interessante incontro, promosso e organizzato dall'Istituto Culturale del Mezzogiorno e dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, hanno preso parte:
- Natale Antonio Rossi, Presidente Unione Nazionale Scrittori Artisti;
- Ernesto Paolozzi, Università di Napoli Suor Orsola Bnincasa;
-Antonio Scamardella, Università di Napoli Parthenope;
- Antonio Filippetti, Presidente Istituto Culturale del Mezzogiorno.
Nell'ambito del convegno si è svolta la rassegna "Liberi in Poesia", con la partecipazione di autori di diverse generazioni. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito ad "ARCARTE" quale suo premio una medaglia di rappresentanza.

Le foto del convegno

Presentazione "Sulla soglia di piccole porte"

Enza Silvestrini, 11 ottobre 2012