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IL CIRCOLO LETTERARIO ANASTASIANO CONTINUA SU:

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TACCUINO ANASTASIANO

28 febbraio 2009

Gezim Hajdari, un poeta migrante

Venerdì 27 febbraio scorso è stato presentato a Palma Campania, presso il Teatro Comunale, il poeta albanese Gezim Hajdari. Come in precedenti occasioni, anche questo incontro è stato curato nei minimi particolari dal professor Gerardo Santella, che si prodiga davvero tanto e, dobbiamo dirlo, con successo, per la diffusione della poesia nelle scuole: una poesia che sia viva, attuale, e che serva anche a scoprire e indagare nei risvolti più intimi del mondo, della società e della storia civile.
I ragazzi, gli studenti, sempre numerosi e interessati in questi incontri, sono infatti, così, stimolati a scoprire cosa veramente possa dirci e darci la Poesia, cosa essa possa velare, o meglio svelare, del mondo di un uomo, delle sue radici, della sua storia.
Ed è una poesia universale, quella che va proponendo Gerardo Santella ai suoi studenti, a tutti gli studenti e a tutti gli amanti di questa grande arte, tanto è vero che questo incontro è stato dedicato ad un poeta albanese: Gezim Hajdari.
Gezim non è un poeta qualunque, né tantomeno un poeta della domenica, che scrive versi melanconici sognando il proprio luogo d’origine. E’ invece un letterato che scrive i suoi testi direttamente in italiano, per dimostrare anche che il luogo della poesia è il mondo intero, che i riferimenti, come ha anche bene illustrato uno dei relatori, Enzo Rega, possono essere costituiti dalle sorgenti e non proprio dalle radici, che c’è bisogno di interazione e non tanto di integrazione, perché ogni uomo deve proporsi all’altro nel rispetto della propria e dell’altrui cultura; mentre, viceversa, l’integrazione non fa che appiattire se non cancellare la cultura minoritaria.
Ed è per questo che Gezim canta esule e migrante le proprie poesie, non nascondendo un certo nostalgico rammarico nei confronti della sua patria che non l’ha saputo accogliere e ben riconoscere, ma anche forte di una ricchezza umana e culturalmente aperta ad ogni orizzonte.
Ottimi i due relatori, Enzo Rega e Gaetano Romano di Metart, i quali si sono soffermati a lungo e in dettaglio sull’opera complessiva del poeta albanese.

Giuseppe Vetromile
28/2/2009

Gezim Hajdari è autore di numerose raccolte poetiche e di libri di viaggio. La sua attività letteraria si svolge all'insegna del bilinguismo, in albanese e in italiano.
Ha pubblicato: Erbamara, Antologia della pioggia, Ombra di cane, Sassi controvento, Corpo presente, Stigmate, Spine nere, San pedro Cutud: viaggio negli inferi del tropico, Maldiluna, Poema dell'esilio, Muzungu: diario in nero, Peligòrga.
Dal 1992 vive come esule in Italia.

Quanto siamo poveri.
Io in Italia vivo alla giornata,
tu in patria non riesci a bere un caffé nero.

La nostra colpa: amiamo,
la nostra condanna: vivere soli divisi
dall'acqua buia.

Ritornerò in autunno come Costantino,
tu nelle colline natali hai già raccolto l'origano
che porterò con me nella stanza ancora sgombra.

Ora vivo al posto di me stesso
lontano da quella terra che impietosamente
divora i propri figli

(Da: Poesie scelte, 1990-2007)

17 febbraio 2009

La Fata ed il Poeta di Rossella Luongo

Chi è la fata e chi è il poeta? Nella vita routinaria e monotòna di tutti i giorni, presi come si è dalle scadenze, dai programmi e dagli impegni ricorrenti, non è possibile distinguere i due lembi - ché di lembi estremi si tratta, anche se poi, alla fine, ad un certo estraniato orizzonte, le due connotazioni coincidono e combaciano (dopo un lungo periplo non solo nel mondo esteriore ma anche e soprattutto in quello interiore). Non è possibile perché il solco scavato dalla quotidianità imprime e costringe a seguire regole e riti a volte in modo del tutto involontario ed automatico, e non si ha in genere la determinazione né il tempo per soffermarsi su quei contorni vaghi, ma reali!, che completano la nostra anima: dalla fata al poeta, appunto!
Si tratta qui di considerare un aspetto dicotomico della vita nel suo trascorrere in agglomerati pregni solo di materialità e opportunismi legati al dafarsi di tutti i giorni: poco spazio è concesso all’interiorità e alla consapevolezza del proprio io immerso in una natura e in un cosmo che però non si completa nella mera sfera fisica, ma che va anche oltre, al di là del dimostrabile con i cinque sensi.
In tutto questo, la fata è l’esemplificazione della parte magica della nostra vita, la personificazione della nostra aura metafisica, del trascendente e dell’extrasensoriale. Il poeta rappresenta poi la nostra emanazione spirituale, il nostro modo di vedere il mondo con gli occhi del cuore e dell’anima, piuttosto che solo con quelli del freddo ragionamento. Il poeta è situato all’altro estremo, riceve i messaggi dalla fata attraverso il corpo di mezzo, e li comunica al mondo. E’ così che Rossella Luongo, nostra brava poetessa avellinese, indovina il meccanismo assai dinamico del procedere dal magico e inspiegabile creato, all’amore e al bene universale, in una specie di moto perpetuo che si autoalimenta e si integra indefinitamente con la persona che è al centro di tutte le cose.
Ognuno è dunque un poco fata e un po’ poeta, andando a recuperare quei lembi estremi della propria personalità, per integrarli e in qualche modo evidenziarli a se stesso e agli altri. La parola poetica di Rossella Luongo è perfettamente calzante a questo scopo, e il titolo dato a questa raccolta di versi, “La Fata e il Poeta”, non è dunque assolutamente formale né casuale, bensì simbolicamente voluto proprio in virtù e nel rispetto delle considerazioni più sopra esposte.
Ed è questo continuo oscillare tra la sfera “magica” della fata e la sfera “sensibile” del poeta, che caratterizza e connota tutta la raccolta della nostra poetessa, in un susseguirsi di versi che solo apparentemente hanno spazi propri e indipendenti, ma che in realtà rappresentano un unicum compatto ed organico (lo afferma con profondità di vedute anche il prefatore, Donato Di Stasi). E allora diventa un’armonia, il discorso poetico di Rossella Luongo, un’armonia dotata di forze nuove e fresche, un’armonia che si basa su una parola che trova la sua profondità e importanza nella giusta collocazione nel verso: e come nell’acqua non sono più distinguibili gli elementi idrogeno ed ossigeno, così nel verso di Rossella non è più distinguibile la fata ed il poeta, gli elementi essenziali da cui ella trae il suo intelligente, sensibile e vigoroso poetare.
Trovata così la propria chiave ispiratrice, Rossella Luongo può procedere nella narrazione poetica spaziando, ma sempre in modo organico, sui vari panorami della vita: dalla collocazione geografica della propria storia (“Fuori è stasi / l’albero e la casa”…), ai ricordi (“Ti vedo solo oggi / in questi primi raggi / sul campo di grano”…), alle riflessioni (“La luce di stelle / forse morte / buca le nubi scure”…), fino alle considerazioni introspettive del poemetto “La Fata ed il Poeta”, che rappresenta, appunto, il nocciolo essenziale del libro, ed è proprio in questi versi che la nostra brava poetessa riversa, in un susseguirsi di sospiri a volte aspri, a volte dolci e melanconici, la pienezza della propria anima distesa tra la fata ed il poeta: “Sei l’aria / attraverso cui ti sento / petalo di un fiore / che mi sboccia dentro / dove tu solo sai / cosa succede”.
La sintesi e l’assenza di inutili ridondanze, la parola esatta e il ritmo significativo ed equilibrato, in un verso corto che denota chiarezza espositiva e precisione chirurgica nella scelta lessicale, rendono la poesia di Rossella Luongo interessante, valida, meritevole di grande considerazione nell’attuale panorama letterario campano e nazionale.

Rossella Luongo, LA FATA E IL POETA, Fermenti Editrice, Roma, 2007

Giuseppe Vetromile
17/2/09

La casa

Fuori è stasi
l'albero e la casa,
la belva divora
nocciolo di prugna
la polpa dipana
in bocca ai codardi.

Sandalo trascinato
nel vento, avvolto
scompare
terriccio bagnato
agogna
germogli ricurvi,
dalla bruma del tempo
scivola
la veste assorta.

Mi sveglio, mi chiedo
chi è il poeta
il sole gioca tra le case
gli alberi si agitano vivi,
la fagianella in giardino
guarda
il camaleonte tunisino
poi, sempre tu.


Nati per caso

Geometrie stellari
tracciano
sentieri sconosciuti,
immenso il vuoto
del cosmo, inafferrabile
la velocità della luce,
ebbri e mai sazi
urlando di dolore
scivoliamo nell'ignoto.

Su un antico vascello
fantasma
ricercando la prima cellula,
gamberi in riva al mare
scaviamo la conoscenza,
dannati estirpando il male
sgraffiamo i dubbiosi perché.

La luce di stelle
forse morte
buca le nubi scure,
le pupille deboli.
Poi.
Dopo equivoci
e inutili sacrifici
siamo vecchi e laidi
in uno specchio.

Riflessa
la nostra parte malvagia
esistiamo al mondo
per nulla,
serviamo a niente
prostrandosi tutto
alla relatività,
l'assoluto resta
per il Cosmo
e noi rimarremo
nati per caso.


*
Sei l'aria
attraverso cui ti sento
petalo di un fiore
che mi sboccia dentro
dove tu solo sai
cosa succede.

(Da "La Fata e il Poeta", di Rossella Luongo)

11 febbraio 2009

La IV Edizione del Concorso Letterario "Emilio Gay"

Si è svolta sabato 7 febbraio a Torino la cerimonia di premiazione della quarta edizione del Concorso Letterario “Emilio Gay”. Si tratta di un concorso particolarmente interessante, che l’Associazione Unicorno, con il patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino, ha organizzato per commemorare la figura di un illustre poeta, Emilio Gay, appunto, che ha prodotto molto e bene, non solo, ma che si è anche prodigato tantissimo nella diffusione della cultura e della poesia, ottenendo numerosi riconoscimenti e affermazioni anche presso sodalizi e associazioni culturali estere. Emilio Gay è stato poeta e letterato originale e profondo, sensibile e nello stesso tempo incisivo e rinnovatore. Egli riteneva infatti che anche il poeta dovesse in qualche modo “distinguersi” come le altre figure professionali, e quindi dovesse portare simbolicamente una mantella: da qui l’originale e intuitivo appellativo di “poeti mantellati” che caratterizza e connota i consociati di “Poesia Attiva”, di cui Emilio Gay è tra i fondatori. Grande studioso e sostenitore della cultura letteraria e poetica, Emilio Gay credeva e confidava in una grande Europa guidata anche e soprattutto da uomini srnsibili e colti come, appunto, i Poeti, gli scrittori e i letterati in genere.

Questa quarta edizione del Concorso Letterario “Emilio Gay” si è svolta nella austera ma calda e colta atmosfera del Circolo dei Lettori, sito in Palazzo Graneri della Roccia in Via Conte Bogino 9. Da notare l’interessante proposta del tema che cambia ad ogni edizione e che “stimola” il poeta partecipante a sperimentarsi in una silloge di tre poesie attinenti all’argomento, il che è duro e impegnativo banco di prova per l’autore, ma anche fonte di sicuro plauso e soddisfazione per esserne stato all’altezza, al di là dei risultati raggiunti, risultati che devono passare il filtro severo e competente di una Giuria altamente qualificata composta dai professori Guido Davico Bonino, presidente, e da Bruno Labate, presidente dell’Associazione Poesia Attiva, e Marzio Pinottini, docente di filosofia ed estetica presso l’Università degli Studi di Torino.
Il tema proposto quest’anno è stato “L’equinozio”, un argomento di carattere astronomico e quindi alquanto difficile. Ciò non ha impedito che le classi prime e seconde della Scuola Media "Carlo Levi" di Viale Radich 4 a Grugliasco, che hanno partecipato al concorso scrivendo tre poesie (una per classe) su tale tema, venissero premiate per il loro impegno nella ricerca e per aver espresso in modo originale in versi “l’equinozio”.
Con la conduzione di Anna Cuculo e di Rosy Bianchini di Martino, e con gli intermezzi musicali del cantautore Luigi Antinucci, sono stati quindi consegnati i premi ai poeti vincitori di questa quarta edizione ispirata all’”Equinozio”: Davide Greco di Torino e Giuseppe Vetromile da Napoli primo premio ex-aequo; a seguire la torinese Silvia Comoglio, secondo premio, e Bruno Centomo terzo.
A conclusione della piacevole e colta serata, un ricco e gustoso rinfresco.
Senza dubbio, il concorso letterario “Emilio Gay”, per la serietà e competenza di giudizio, per l’assoluta gratuità di partecipazione e per il livello qualitativo degli elaborati partecipanti, è da annoverarsi tra i più rilevanti attualmente in Italia, ed è anche per questo che auguriamo agli Organizzatori e collaboratori di proseguire ottenendo sempre maggiori affermazioni e meritati riconoscimenti.

Giuseppe Vetromile
11 feb. 2009

Scompare un'altra vita illustre

Da tempo sofferente, l’amico attore e poeta Vivaldo Matteoni ha lasciato la sua dimora terrestre, ieri mattina 9 febbraio 2009, per un Oltre colmo di luce e di speranza.
Nato del lontano 1919, Vivaldo Matteoni è stato da sempre, in Quarrata e anche negli ambienti culturali toscani e nazionali, un valido e importante riferimento per tutti coloro che, come lui, hanno amato e amano la buona cultura, la poesia, il teatro soprattutto, la musica. Lo ricordiamo infatti attore accanto a Gino Cervi nel Maigret televisivo della RAI, lo ricordiamo in tante altre rappresentazioni teatrali, e poi come presidente della Filarmonica Giuseppe Verdi di Quarrata, come validissimo e infaticabile operatore culturale, sostenitore e organizzatore di eventi culturali di rilevanza nazionale, come l’ormai famoso Concorso Internazionale di Poesia “Città di Quarrata”, giunto alla 27a. edizione nel 2008. Un concorso, questo, che, grazie anche al nostro caro Vivaldo, si colloca tra i più importanti e validi nel pur vasto circuito dei premi letterari attuali.
Personalmente, lo ricordo con viva commozione e affetto. Incontrai Vivaldo la prima volta nell’ormai lontano 1986, quando recitò, con quella sua dizione perfetta e amabile, alcune mie poesie durante la cerimonia di premiazione del concorso di poesia “Il castagno”, a Piteccio, un caratteristico borgo a nord di Pistoia. Conservo ancora tra i miei ricordi più preziosi la cassetta magnetica con la registrazione di quelle declamazioni.
Abbiamo quindi perso un altro Grande, e tutti noi siamo vicini alla Famiglia Matteoni, alla Pro Loco di Quarrata, ai poeti, agli artisti e agli amici che lo hanno conosciuto e amato, specialmente in questi ultimi tristi anni della sua vita terrena. Personalmente desidero esprimere, attraverso queste poche righe, il mio cordoglio e la mia tristezza nell’aver appreso la grave notizia, con la certezza però che il nostro grande e buon amico Vivaldo stia ora cantando e recitando la sua Vita in Cieli ancora più luminosi e santi.

Giuseppe Vetromile

1 febbraio 2009

Ottomarzo in versi, I° Recital poetico al femminile

Il Circolo Letterario Anastasiano apre le sue attività culturali per il corrente anno 2009 con un appuntamento particolarmente interessante, dedicato alle voci poetiche femminili del nostro territorio.
Si svolgerà infatti il prossimo 5 marzo, presso il Salone del Circolo “IncontrArci” di Piazza Cattaneo 9, alle ore 18, un recital tutto al femminile che il Circolo Letterario ha organizzato in vista della ricorrenza dell’ 8 marzo, festa della Donna. L’incontro si intitola, appunto, “Ottomarzo in versi”, primo incontro di poesia al femminile, e prevede la partecipazione di ben 20 poetesse: Anna Bruno, Emanuela Esposito e Nunzia Amato da Somma Vesuviana; Anna Gertrude Pessina, Rossella Tempesta, Rosa Speranza, Dolores Scippacercola e Anna Bartolomucci da Napoli; Rossella Luongo, Antonietta Gnerre, Agostina Spagnuolo e Adele Di Pietro da Avellino; Rita Amelia da Marigliano; Maria Rosaria Luongo da San Giorgio a Cremano; Carmina Esposito da Afragola; Oriana Costanzi da Lioni; Rosaria Zizzo da Battipaglia; Carmen Percontra da Massa di Somma; ed infine da Sant’Anastasia Brigida Gallo e Alessandra Mai.
Le 20 poetesse, che saranno accompagnate dalle note di sottofondo del Maestro Antonio Marotta, si avvicenderanno nella lettura di propri testi poetici, ispirate fondamentalmente al tema della donna in generale, volendo così dare un contributo anche poetico alle vaste e delicate problematiche che coinvolgono le donne nella vita di tutti i giorni, nel lavoro, nella casa, nella famiglia, nella società.
L’evento si svolgerà con la collaborazione del Circolo “IncontrArci”, la cui presidente, dottoressa Maria Angelo Spadaro, saluterà le poetesse e gli ospiti all’inizio della manifestazione.
Coordinerà il poeta Giuseppe Vetromile, responsabile del Circolo Letterario Anastasiano.
E’ naturalmente invitata tutta la cittadinanza, con l’auspicio che questo evento poetico “al femminile”, con il quale il Circolo Letterario inaugura la stagione culturale del 2009 (a seguire l’altro importante appuntamento con la cerimonia di premiazione della settima edizione del Concorso Nazionale di poesia “Città di Sant’Anastasia”, prevista per la metà di aprile), possa ottenere vaste adesioni e consensi di pubblico, specialmente anastasiano, e non solo di quello femminile.

Le Foto de "La Rocciapoesia 3"

Le foto dell'incontro de "La Rocciapoesia 2", a Pratella, il 27 ottobre 2012

Le foto dell'evento "Una poesia fuori dal comune". Sant'Anastasia, 23 settembre 2012

Una poesia fuori dal comune, Sant0Anastasia, 23 settembre 2012

PUNTO, Almanacco della Poesia italiana

PUNTO SCHEDA

ARCARTE - IL VIAGGIO DELLA CREATIVITA'

Si è svolto il 30 novembre scorso, alle ore 17, presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Palazzo Serra di Cassano in Via Monte di Dio 14, Napoli, il Convegno di studi e reading di poesia "ARCARTE - IL VIAGGIO DELLA CREATIVITA'".
All'interessante incontro, promosso e organizzato dall'Istituto Culturale del Mezzogiorno e dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, hanno preso parte:
- Natale Antonio Rossi, Presidente Unione Nazionale Scrittori Artisti;
- Ernesto Paolozzi, Università di Napoli Suor Orsola Bnincasa;
-Antonio Scamardella, Università di Napoli Parthenope;
- Antonio Filippetti, Presidente Istituto Culturale del Mezzogiorno.
Nell'ambito del convegno si è svolta la rassegna "Liberi in Poesia", con la partecipazione di autori di diverse generazioni. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito ad "ARCARTE" quale suo premio una medaglia di rappresentanza.

Le foto del convegno

Presentazione "Sulla soglia di piccole porte"

Enza Silvestrini, 11 ottobre 2012